venerdì 31 dicembre 2010

Nuovi acquisti...

Niente...non ce la faccio...tutti gli inverni mi riprometto di non comprare cactus o succulente almeno fino all'arrivo della primavera e poi,chissà come mai,finisco sempre nel mio vivaio preferito e non torno mai a mani vuote...
La settimana prima di Natale,con la scusa dei regali ,sono andata da Stefano Colombo a Casatenovo e questo è il risultato:



 Gasteria minima f.variegata



Agave stricta f.nana (l'agave stricta è originaria del Messico,resiste al freddo fino a -2 °C e ama stare in pieno sole).


Portulacaria afra (originaria del Sud Africa,tollera il gelo fino a -1°C,non ha esigenze particolari per l'esposizione al sole).



-Notocactus magnificus cv. mini(il notocactus magnificus proviene dal Brasile ed è abbastanza resistente al gelo...io non mi fido,per quest'anno la tengo in casa).




ed infine una bulbosa molto particolare,Haemanthus albiflorus,"parente" dell'hamarillis e non perde le foglie...per ora è piccolissima speriamo che io riesca a portarla alla fioritura.
In internet non ho trovato informazioni ma al vivaio mi hanno detto che è una pianta facile,vedremo!


lunedì 20 dicembre 2010

Ancora sull'elleboro.

Fonte: www.giardinaggioinsieme.it

Piante di Natale: l’Helleborus niger: "

Trionfa tra i fiori invernali, ma è soprattutto noto come pianta di Natale: stiamo parlando dell’elleboro e della sua più celebre varietà l’Helleborus niger.



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domenica 12 dicembre 2010

Le mie ultime arrivate:le carnivore.

...e questi i consigli di un esperto:

Fonte:
fioriefoglie.tgcom.it:



La carnivora di maggior successo è quella che “si chiude”: nell’immaginario della gente la più “feroce”, che fa strage di zanzare e mosche meglio di qualsiasi insetticida. E’ quella che chiedono tutti a Vincenzo Castellaneta, agrotecnico appassionato coltivatore e venditore di piante carnivore da 10 anni. E di fatto c’è solo una pianta carnivora che chiude i “denti”: la Dionea (Dionaea muscipula). Abbiamo incontrato Vincenzo di Un angolo di deserto a Murabilia (tempo fa ne avevamo ammirato i vasi per le piante grasse, suo primo amore) e abbiamo fatto con lui due chiacchiere. E le sorprese non sono mancate, a partire da come si tiene una Dionea: in casa, direte voi. Niente affatto. Fuori, sul balcone!

Proprio così, tutti “iniziano” con la dionea. Anche se altre carnivore sono ormai abbastanza diffuse, è la dionea la più ricercata. Ma bisogna specificare un paio di cose. I suoi non sono denti ma ciglia, che servono non a masticare ma a imprigionare, ingabbiandolo, l’insetto per impedire che vada via. All’interno delle sue trappole ha dei peli che funzionano da interruttori: se stimolati dalla vittima, chiudono le trappole a scatto.

Vincenzo, ma farle scattare a vuoto non è nocivo?

Io dico a tutti che alla pianta “viene la gastrite” e non sono lontano dalla realtà: la pianta chiude le trappole una volta stimolati i sensori e comincia ad emettere enzimi per digerire l’insetto. Non trovando niente, si stressa. Se succede una volta non è un problema, capita con la pioggia, ma non è un giochino.

Anche perché la trappola ha una durata, giusto?

Sì. Dopo circa tre volte che le trappole “mangiano”, si esauriscono e degenerano diventando nere. Proprio per questo devono aver assorbito le sostanze nutritive dagli insetti: in questo modo la pianta sarà in grado di continuare a creare nuove trappole. Se non ha mangiato, non avrà l’energia sufficiente per farlo.

 La dionea è una pianta che si può tenere in casa?

Assolutamente NO
. Esistono piante carnivore tropicali ma la dionea è una pianta nordamericana rustica quindi è da esterno: vive fuori. Esistono altre carnivore che si possono tenere in casa (non prendetele per gli insetti però: molto meglio una zanzariera!) . Le più richieste sono le Nepenthes, perché esteticamente sono belle. Si appendono e fanno dei fiaschi, delle ampolle che contengono sul fondo un liquido con cui digeriscono gli insetti che non riescono ad uscire.

Le Nepenthes hanno esigenze particolari?

Serve acqua piovana, mai concimarle perché il concime lo prendono dagli insetti, devono stare più possibile vicino alle finestre. Fanno una bella figura perché sono abbastanza grandi. Vanno nebulizzate spesso perché amano l’umidità nell’aria e qualche ora di sole: vivono al margine delle foreste quindi qualche raggio di sole lo prendono. Il locale ideale dove tenerle è il bagno: l’importante è che sia un posto luminoso.

La dionea quindi va coltivata all’esterno, tutto il contrario di ciò che si pensa! Va tenuta fuori anche dove fa molto freddo?

Sì, DEVE stare fuori e al sole, perché nei luoghi dove cresce in natura non c’è molta ombra (ci sono pochi alberi: l’unica ombra è quella dell’erba circostante). E poi ha bisogno di freddo per poter andare a riposo. Si comporta insomma come una pianta normale che vive qui da noi, che perde le foglie d’autunno e le rimette a primavera. La dionea è uguale: si secca quasi completamente e le sue foglie diventano tutte nere tranne qualcuna al centro. Durante l’inverno le trappole scattano pochissimo perché ci sono pochi insetti e perché la pianta è ferma.

Come bisogna bagnarla?

Va tenuta sempre al sole e sempre umida perché le carnivore sono piante paludose. L’importante è che l’acqua con cui l’annaffiamo sia quella piovana o distillata, mai quella dell’acquedotto, presa dal rubinetto o dalle bottiglie, che contiene cloro e sali minerali. Loro hanno bisogno di acqua acida poiché la maggior parte delle piante carnivore, tranne poche eccezioni, vivono in un terreno molto acido, nelle torbiere. Per questo motivo vanno tenute sempre in vaso.

Quando poi arriva il freddo e gela, cosa bisogna fare?

La dionea diventa un cubetto di ghiaccio! Ma non è un problema perché lei è a riposo. Comunque qualcosa di verde rimane al centro: la pianta avrà un’aria molto deperita ma non sarà morta. L’acqua non deve ristagnare nel periodo di riposo perché la pianta assorbe molto poco. D’inverno spesso piove quindi non occorre bagnarla troppo, ma non va dimenticata: deve comunque rimanere appena umida per tutta la stagione fredda. D’estate invece la terremo bella zuppa, con un bel sottovaso pieno d’acqua.

Si può rinvasarle usando il terriccio per le acidofile?

No, perché quel tipo di substrato è poco acido: le carnivore hanno bisogno di vivere in torba pura, miscelata con perlite o sabbia di quarzo (qualcosa di non calcareo), per mantenerlo arieggiato in profondità.

Sopporta anche il sole pieno dei terrazzi milanesi nella nostra estate “africana”?

Non ha problemi anche con temperature caldissime: l’importante è che abbia acqua nel sottovaso e che l’aria circoli: evitiamo di metterle contro un muro, altrimenti si “lessano”.

I vasi vanno bene piccoli?

Non è importante che siano larghi quanto che siano un po’ profondi. Quando la pianta è giovane, il vaso piccolo va bene, ma man mano che cresce bisogna darle almeno i vasi profondi 15 cm, per dare spazio alle radici (scendono, più che allargarsi). Meglio poi usare vasi di plastica: la terracotta traspira quindi asciuga più velocemente e poi d’inverno la terracotta si raffredda prima. La plastica le protegge meglio.

La dionea diventa molto grande?

Le Sarracenie (le carnivore “a tubo”) da tenere fuori diventano grandi, alcune anche 80-90cm, con rizomi striscianti anche di 50cm. Ma la dionea no, si espande in larghezza creando nuove rosette, non in altezza. Tutti la vorrebbero, una MAXI DIONEA formato gigante, ma ancora non esiste: magari ci fosse, andrebbe a ruba!

Il sito di Vincenzo Castellaneta: www.piantegrassevasi.com
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mercoledì 8 dicembre 2010

Un giardino inglese davvero particolare

Da:
www.giardinaggioinsieme.it

Un giardino inglese davvero particolare:


Ad Alnwick, nell’Inghilterra del Nord, esiste un giardino bello e “pericoloso”: il Giardino delle piante velenose.


Ci sono posti affascinanti e allo stesso pericolosi, ma che attirano proprio per questo. Un giardino, in genere, non può essere considerato un luogo pericoloso, ma esistono delle eccezioni. Se vi capita di fare un viaggio in Inghilterra, ad Alnwick, nella parte nord del paese, si trova il Giardino delle piante velenose, un giardino botanico dove, oltre alle normali piante che si possono trovare in un parco del genere, è possibile ammirare una collezione di circa 100 tra le più pericolose specie di piante esistenti.



L’idea di questo giardino è venuta nel 2005 alla duchessa di Northumberland, proprietaria del parco ma anche dell’immenso Castello di Alnwick, celebre anche come set cinematografico per alcune scene della saga dei film di Harry Potter. La duchessa ha affidato la realizzazione del giardino  a due garden designer belgi, Jaques e Peter Wirtz, che hanno realizzato un incantevole parco fatto di pergolati, labirinti di siepi e onde di colori, che lo rendono apprezzabile soprattutto nei mesi estivi.

All’ingresso del cancello, un cartello avverte “Queste piante possono uccidervi”, anche se in realtà, le piante più pericolose sono protette e difficili da avvicinare. Fiori velenosi, piante, tuberi e alberi fanno parte di questa straordinaria collezione che include diverse varietà, tra cui:

Aconitum napelluserba con proprietà curative ma allo stesso tempo velenosa, può provocare la morte per asfissia.

Amanita Muscariafungo che, se ingerito, provoca visioni e allucinazioni. Se utilizzato in maniera eccessiva, può provocare la morte.

Actaea spicatapianta utilizzata anche per scopi medici e ornamentali. Le bacche sono tossiche e possono provocare un infarto se ingerite.

Oltre alle specie velenose, trovano posto anche alcune piante dalle proprietà, per così dire, “stupefacenti”, come la Cannabis sativa, o il Papaver somniferum, da cui si ottengono rispettivamente oppio ed eroina.

Dall’1 novembre al 31 marzo, il Giardino delle piante velenose è aperto dal venerdì alla domenica dalle 11 alle 15. Per maggiori informazioni potete visitare il sito

lunedì 6 dicembre 2010

FIORI D'INVERNO:ELLEBORO




Caratteristiche generali
Gli ellebori sono piante facilmente coltivabili in giardino e danno splendide fioriture invernali. Gli ibridi di elleboro orientalis in particolare non richiedono un terreno particolare purchè sia umido, ben drenato e fertile. E’ importante evitare il ristagno d’acqua che causa invitabilmente il marciume radicale e la perdita della pianta. Questo aspetto è particolarmente critico se si coltivano gli ellebori in contenitori e non in piena terra.
La maggior parte degli ellebori tollera sia il sole che l’ombra ma ciò che apprezzano sono le posizioni di mezz’ombra o almeno una protezione dal sole cocente sotto le fronde degli alberi o dei cespugli decidui. L’elleboro argutifolius e l’elleboro x sternii desiderano una posizione più soleggiata.
Le radici degli ellebori  sono rizomatose e si sviluppano in profondità,  quindi bisogna provvedere uno spazio adeguato specie se piantati in vaso. La parte aerea della pianta è costituita da uno stelo che porta foglie e fiori nelle specie argutifolius, foetidus , lividus e vesicarius. Nelle rimanenti specie (acauli) le foglie spuntano a livello del terreno e steli separati portano i fiori.
Gli ellebori orientalis ibridi sono sempreverdi ma le foglie vecchie o rovinate vanno rimosse per dare un aspetto gradevole ed ordinato alla pianta ; questa operazione va eseguita specialmente in inverno per stimolare la crescita di quelle nuove e per ridurre la possibilità di malattie o infestazioni.
La maggior parte delle specie botaniche acauli sono decidue
Gli ellebori non temono il gelo : anche se la visione delle piante abbattute a terra dalla morsa del freddo può gettare nel panico gli  appassionati, basta che la temperatura risalga sopra lo zero durante la giornata per vedere le piante risorgere come se nulla fosse accaduto.
La particolare struttura dei fiori (ciò che vediamo non sono petali ma sepali modificati) ne favorisce la lunga durata ; l’epoca di fioritura inizia a Gennaio e si prolunga fino a Marzo e i fiori rimangono inalterati per alcune settimane.
I colori dei fiori delle specie botaniche sono generalmente verdi tranne l’elleboro niger dal fiore candido e l’elleboro purpurascens, atrorubens e torquatus che presentano varie tonalità di porpora. Gli ibridi di elleboro orientalis hanno fiori bianchi, crema, giallo, rosa, porpora, viola e nero e alcuni hanno puntini o venature sulla faccia interna dei sepali. Esistono anche ibridi a fiore doppio.

Suggerimenti per la coltivazione

Le piante vengono messe a dimora con esposizione adatta, preferibilmente nel periodo autunnale ed invernale purchè il terreno non sia gelato. In questo periodo gli ellebori sono disponibili a radice nuda. Negli altri periodi dell’anno si interrano le piante pronte in contenitore. Per ottenere esemplari rigogliosi si consiglia una buona concimazione con materiale organico ben maturo all’impianto, seguito da periodiche fertilizzazioni con prodotti liquidi ricchi in fosforo e potassio. Si consiglia di piantare gli ellebori ad una distanza di circa 20-30 cm. l’uno dall’altro. Per le piante coltivate in vaso valgono le stesse raccomandazioni ricordando che il drenaggio deve essere perfetto ed i contenitori devono essere capienti per accogliere l’apparato radicale.
Gli ellebori sono piante resistenti alle malattie e le uniche veramente importanti sono la macchia nera e la botrytis entrambe di natura fungina che vengono favorite dal ristagno d’acqua nel terreno d’impianto.
Le infestazioni da parassiti si riconducono essenzialmente agli afidi che si raccolgono di preferenza sulla faccia inferiore delle foglie o sulla faccia interna dei fiori e vanno trattate con prodotti specifici.
Le lumache sono un altro nemico degli ellebori soprattutto dei germogli, dei bocciuoli e delle giovani piantine che vengono divorati avidamente. Anche in questo caso bisogna prevedere difese specifiche.

Propagazione

La propagazione degli ellebori è una nota dolente perché, salvo alcune eccezioni non esistono metodi facili e rapidi e questo spiega non solo la rarità ma anche il costo di molte specie ed ibridi. Infatti per ottenere piante identiche a quelle di origine si può solo ricorrere alla divisione dei rizomi che è limitata dalla relativa lenta crescita di queste piante. I rizomi delle piante madri vengono divisi in autunno / inverno ottenendo porzioni di radice con uno o più occhi (i germogli dormienti della pianta) che vengono ripiantate immediatamente ; queste ma non tutte inizieranno a fiorire dall’anno successivo.
La moltiplicazione per semina, per quanto fattibile, non consente di ottenere piante dalle caratteristiche prevedibili anche quando l’impollinazione viene eseguita con procedure controllate. Inoltre è una procedura laboriosa e lenta perché i semi raccolti appena completata la maturazione, germinano 6-8 mesi dopo la semina e le piante così ottenute fioriranno dopo un periodo di attesa variabile dai 2 ai 3 anni.
Per la semina occorre utilizzare semi freschi che vanno sparsi sul terreno e appena coperti con terriccio e ghiaia fine, non oltre i mesi di Luglio ed Agosto. In caso contrario i semi entrano in uno stato di dormienza e non germoglieranno che in maniera incostante dopo uno o due anni.

domenica 5 dicembre 2010

Scarica ebook gratis "FIOR D'INVERNO" - Piante a fioritura invernale

Scarica ebook gratis "FIOR D'INVERNO" - Piante a fioritura invernale: "
Quello che a ciascuno di noi piacerebbe immensamente – non credo di poter nutrire dubbi – è avere il giardino fiorito tutto l’anno e non solo nelle stagioni più propizie per giardinaggio.

Questo ebook vuole proporre una scelta di possibili piante (fra cui la Camelia e l'Erica) a fioritura invernale che diano al nostro giardino valore aggiunto anche d'inverno ...che sia un "Fior d'inverno" appunto!

Ecco un'anteprima del nuovo piccolo ebook di unquadratodigiardino.it:



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Fonte:www.unquadratodigiardino.it/

sabato 20 novembre 2010

Torna sul Naviglio il mercatino francese lungo l’Alzaia

Torna sul Naviglio il mercatino francese lungo l’Alzaia:

"Mercatino Francese Alzaia Naviglio: Dalla Provenza e dalla Costa Azzurra arrivano tovaglie, saponi, lavanda, essenze e borse in paglia, da Parigi profumi, cosmetici e un’ampia gamma di accessori moda."

venerdì 19 novembre 2010

Piccoli Hemichromis crescono

Quotidiani miracoli(nel mio acquario)...



...e io mi emoziono...

N:B.:le zanzarine sono la prole...

lunedì 15 novembre 2010

Raccolta delle olive a Narni

                             L'olio di Giancarlo e Sabrina


                       Alcuni momenti della raccolta...




                                       ...e della spremitura



Chi fosse interessato all'olio può contattarci qui o su facebook. 




Cristiana

domenica 14 novembre 2010

L’orto-giardino più grande d’Italia nascerà alla Reggia Venaria

Dal sito:
http://fioriefoglie.tgcom.it/wpmu/2010/11/12/lorto-giardino-piu-grande-ditalia-nascera-alla-reggia-venaria/

L’orto-giardino più grande d’Italia nascerà alla Reggia Venaria: "


L’arte italiana del paesaggio si sposa con quella del gusto e dei sapori per la buona tavola. Il matrimonio avverra’ con l’apertura, per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unita’ d’Italia, del nuovo Potager Royal nei giardini della Reggia di Venaria, a Torino. Accanto alla Cascina Medici del Vascello, recentemente restaurata, la’ dove nell’800 si concentravano le coltivazioni estensive dell’azienda agricola della Real Casa, nascera’ il piu’ grande orto-giardino d’Italia, uno spazio di dieci ettari in cui si alterneranno orti, spalliere di alberi da frutta, pergole, vasche e fontane.

A partire dal 15 aprile 2011, in questo ambiente verranno presentati e valorizzati la biodiversita’ e il patrimonio enogastronomico che distinguono la produzione e la cucina italiane. I visitatori potranno scoprire il Potager attraverso percorsi botanici, culturali e gastronomici, laboratori di educazione sensoriale, orticoltura, tecniche di cucina e serate di degustazione dei prodotti dell’orto e dei piatti delle diverse tradizioni regionali.

La memoria dell’antico orto-giardino della Reggia, che alimentava la mensa della Real Casa, rivive nelle linee degli orti e dei frutteti, tracciate impiantando antiche specie piemontesi. Grazie a un’attenta lettura dei documenti storici infatti si e’ potuto risalire alle specie coltivate un tempo e al loro utilizzo. Nel complesso, tutto l’ambiente e’ rivolto all’informazione e al coinvolgimento del visitatore: sono state

cosi’ predisposte aree come l’apiario, la zona di compostaggio e la serra-semenzaio, dove sara’ possibile approfondire aspetti diversi della vita di un orto-giardino.

Da marzo a novembre 2011 inoltre, per un fine settimana al mese, si potra’ completare questo viaggio nell’enogastronomia gustando i piatti regali tipici delle cucine regionali italiane preparati da grandi chef, durante le cene che si terranno nella cornice della Galleria Grande oppure facendo shopping nel mercato delle eccellenze enogastronomiche, allestito negli spazi della Reggia.
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venerdì 12 novembre 2010

turista non per scelta

7-10 novembre 2010

L'ultima volta che sono venuta a Parigi era settembre ed ero con mamma. 


 http://traviaggiepassioni.blogspot.com/2010/09/cartoline-da-parigi.html

Oggi sono di nuovo qui...per motivi del tutto diversi e accompagnata da una strana sensazione allo stomaco...sarà mica tristezza? 


Mi fermerò fino a mercoledì sera:lunedì in veste di tifosa di Alfred al Gran Palais,martedì di bambina ad EuroDisney e lunedì e mercoledì di camminatrice indefessa per le vie della città(nonostante la pioggia). 

Rue Cler e Caffé Gourmand,scoperti grazie alla cena con Marisa.

 




  




                                              Il Gran Palais e l'escrime


  







La mia prima volta ad Eurodisney...bellooooooo!



                                         
                                  Autunno ai giardini di Tuileries...i miei preferiti!




Place de Vosges


...e qualche invitante negozio...









info pratiche:
Ho viaggiato con Ryanair al prezzo di 3 euro più tasse(39 euro in totale,giuro!).
Gli aeroporti erano quelli delle linee low cost:Bergamo Orio Al Serio-Paris Beauvais. 
Non ho comprato il biglietto con tanto anticipo ma ho cercato diverse soluzioni.
Dall'Aeroporto a  Parigi si arriva tramite un bus (15 euro) che ci lascia a  Porte Matillon (Metro linea 1).Bisogna necessariamente considerare che il bus in teoria impiega un'ora, in pratica,a causa del traffico,anche 2(al ritorno ho rischiato di perdere l'aereo!).

Ho dormito a Gare Saint Lazar in un hotel non degno di nota ma in posizione comodissima per muoversi sia a piedi sia con i mezzi.


Se vi venisse in mente,non visitate l'acquario:costa 19.50 euro e non ne vale 10!


Cris




sabato 6 novembre 2010

Rebutie & Co

Rebutia pygmea

Le Rebutie sono piccoli e graziosissimi cactus originari delle Ande della Bolivia e del Nord Argentina. Riescono a vivere anche intorno ai 3000 metri di altezza e questo ci lascia intuire che non sono piantine troppo delicate.

Rebutia muscula


Al genere Rebutia sono state accorpate i generi Sulcorebutia,Mediolobivia, Aylostera, Weingartia e ovviamente Rebutia. 

                                                 Sulcorebutia mentosa

Per esperienza personale,e dopo essermi documentata presso vivaisti specializzati,posso affermare che le Rebutie vere e proprie sono abbastanza resistenti al freddo. Io le tengo all'esterno,coperte da un tessuto non tessuto, la temperatura scende abbondantemente  a -5°C e sono sempre sopravvissute. Per le Sulcorebutie non posso dire lo stesso con certezza ma ho deciso che quest'anno le metterò alla prova...ovviamente dietro consiglio del mio coltivatore di fiducia...speriamo bene. 
Alcune mie Rebutie


L'unica accortezza per non lasciarle morire nel periodo freddo è...dimenticarsi di loro!
Il motivo è semplice:questi cactus vanno in riposo vegetativo e,se bagnati,tendono a marcire. 
A marzo si risvegliano e riprenderemo con acqua(prima moderata poi più abbondante quando la temperatura sale) e fertilizzante (specifico per cactus e nelle dose consigliate).

Veder fiorire una Rebutia è piuttosto facile.A primavera,da aprile a giuno, ci regalano numerosi boccioli e i fiori,di grandi dimensioni,hanno un colore che va dal rosso al giallo e raramente bianco. 
Sulcorebutia kruegeri v. hoffmanniana

Sembrerebbe che la fioritura varia a seconda dell'inverno,probabilmente se tenute in casa,producono un numero minore di fiori. 

C.

domenica 31 ottobre 2010



  Cattedrale vegetale 


Fonte:


http://www.cattedralevegetale.oltreilcolle.info/
La Cattedrale vegetale di Oltre il Colle (BG) è un tipico esempio di 
realizzazione in arte-natura, chiamata più propriamente dagli 
 esperti di settore Land art Earth art.
Questo tipo di espressione artistica ha avuto origine negli anni '70 negli 
Stati Uniti e voleva rappresentare un'esperienza di tipo creativo che
interveniva modificando l'aspetto del paesaggio facendo uso di 
materiali in tutto naturali e preferibilmente del luogo ove era 
compiuta l'opera, oppure con interventi temporanei non definitivi 
e quindi sempre nel totale rispetto ecologico della natura.
 
Il profondo significato della Land Art non risiede quindi nelle sue 
stesse opere,bensì nel loro concetto e nel loro pensiero 
ispiratore, che ha il suo culmine nella relazione tra Uomo 
e Natura e quindi tra l'Uomo e le dimensioni spazio-temporali.
Le opere realizzate in arte-natura (Land art o Earth art
hanno la caratteristica di nascere, crescere, invecchiare e morire 
insieme con gli stessi materiali che le compongono: 
la Cattedrale vegetale di Oltre il Colle impiegherà circa 15 anni 
per giungere a una prima compiutezza e poi vivrà, deperirà, 
in parte morirà e si rinnoverà con i ritmi imposti dai cicli naturali 
del monte Arera e del faggeto che andrà a comporla con 42 piante.
 La Cattedrale vegetale o Cattedrale verde di Oltre il Colle (Bergamo) sul monte Arera, seconda cattedrale di Giuliano Mauri dopo la Cattedrale vegetale di Arte Sella

La Cattedrale vegetale o Cattedrale verde di Oltre il Colle (Bergamo) sul monte Arera, seconda cattedrale di Giuliano Mauri dopo la Cattedrale vegetale di Arte Sella



mercoledì 27 ottobre 2010

Il giardino verticale più grande d’Italia

Il giardino verticale più grande d’Italia

Dopo un anno di studi e sperimentazioni, eccolo: il giardino verticale più grande d’Italia (ancora in fase di ultimazione) è sorto a Rozzano.

A realizzarlo é stato l'architetto Francesco Bollani in collabprazione con uno studio di architettura di montpellier e la ditta Peverelli.
"Il progetto nasce da una riflessione sulla possibilità di integrare il centro commerciale con le aree verdi del parco sud-spiega l,architetto Bollani- ma al sistema francese abbiamo apportato sostanziali modifiche,facendo attenzione alla selezione delle piante da utilizzare e soprattutto al clima milanese". 


Il giardino verticale tappezza i 1.250 metri quadri della facciata principale del centro commerciale Fiordaliso ed è stato realizzato con 44.000 piantine appartenenti a 200 specie diverse tra piante fiorite e sempreverdi. Il cuore di questa parete è stato realizzato con lo sfagno, un particolare genere di muschio a fibra lunga proveniente dal Cile. Sopra questo sono state installate 11mila cassette metalliche dedicate alle diverse specie per comporre macchie di colore rosso, rosa, bianco, giallo e blu. L’irrigazione non è un problema: i muri verticali sono stati dotati di un substrato con grande capacità di ritenzione idrica, quindi le piogge piovane saranno sufficienti a mantenere vivo il tappeto verde.
Non solo un tocco di colore e natura in città, ma soprattutto un aiuto all’ambiente. Il giardino verticale contribuisce al bilanciamento termico dell’edificio evitando dispersioni di calore e riparandolo dai raggi solari (e quindi diminuendo il consumo energetico);  trattiene le polveri sottili, attutisce i rumori ambientali, assorbe CO2 e può essere smontato e riutilizzato altrove.

martedì 19 ottobre 2010

sabato 16 ottobre 2010

BIODIVERSITA’ FAI-DA-TE. Dispense all’aria aperta.

Fonte:giardinpiante.wordpress.com:



Creare una piccola dispensa all’aria aperta per gli uccelli e’ un modo divertente sia per portare un po’ di vita in giardino che per darci la possbilita’ di vedere da vicino questi amici un po’ sfuggenti, occasione da non lasciarsi scappare specialmente per i piu’ piccoli. Di seguito troverete alcune idee semplici e fattibili per creare e personalizzare queste stazioni: un paio di tavole di recupero, un tappo di sughero, una mela, qualche arachide, un vasetto di terracotta e il gioco e’ fatto.

Ricordate pero’ che servono i semi giusti: affidatevi a qualche negozio specializzato per esssere sicuri o fate una piccola ricerca per capire la fauna locale.


Immagini via GAP.


Oppure, se non volete sporcarvi le mani o rinunciare al design che tanto amate, ecco alcuni dei prodotti piu’ interesanti disponibili sul mercato








Birdfeeder moderni via http://style-files.com e www.finnishdesignshop.com EVA SOLO.

Immagini via GAP.



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